L’Isola di Bergeggi, cuore dell’Area Marina Protetta, definita dai romani “antica insula liguriae”, è un piccolo cono di roccia calcarea che dista dalla costa solo 250 metri in corrispondenza della scoscesa Punta del Maiolo alla quale probabilmente un tempo era legata.
Emerge per un’altezza di circa 60 metri, ha forma triangolare e vi si possono trovare le più svariate erbe della flora terrestre-marittima con alcune specie esclusive della Liguria.
Con atto del 27.02.1985 la Regione Liguria istituiva la Riserva Naturale Regionale di Bergeggi, con l’evidente intenzione di conservare intatto questo angolo di Mediterraneo che presenta importantissime testimonianze storiche e archeologiche. La Riserva Naturale comprende anche il tratto di costa prospiciente e le grotte marine di eccezionale importanza non solo paesaggistica ma anche paleo-etnologica.
Sulla vetta dell’isola, all’interno di una struttura triangolare, i romani eressero un torrione circolare che probabilmente veniva utilizzato come faro o avamposto di segnalazione per il porto di “Vada Sabatia”, diventato nell’età imperiale un riferimento fondamentale nei traffici terrestri e marittimi della Liguria occidentale.
Sopra il torrione romano, in epoca a noi più vicina (Medio Evo) e in posizione centrale, è stata elevata, utilizzando anche materiale di reimpiego, una torre quadrata.
Né sulla torre, né tra i resti del recinto che l’attorniano, si possono scorgere tracce di aperture. Per quanto riguarda l’accesso alla torre, si suppone avvenisse per mezzo di scale di legno o corda applicate all’esterno dell’edificio.

Non è possibile accedere all’isola. Durante le Escursioni Guidate in canoa organizzate dall’Associazione ProLoco si avvicina l’isola ed un’esperta guida GAE illustra ai partecipanti la storia, le curiosità ecc… legate a questo bellissimo cono di roccia.

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A partire dal IV-V secolo d. C. l’isola, abbandonata dalla guarnigione romana, divenne rifugio monastico. Presso i ruderi del torrione romano, nel pendio rivolto verso la costa, si trovano i resti di una chiesa paleocristiana, insieme a un più ampio edificio romanico a due navate dell’ XI secolo, confermando una continuità d’uso religioso, forse mai disgiunta da quel ruolo militare strategico che la presenza di torri e fortificazioni medievali di vario periodo chiaramente sembra attribuirle.
Secondo una leggenda Sant’Eugenio, vescovo di Cartagine, si sarebbe rifugiato sull’isola nell’Alto Medioevo. Le sue spoglie sarebbero state ospitate proprio nella chiesa paleocristiana sopra citata ed in sua venerazione fu eretto il monastero a due absidi, fatto costruire nel 992 dal Vescovo di Savona, sul versante occidentale, e diretto dai Monaci delle Isole di Lérins fino al 1346. Dopo un lungo periodo di ricchezza si passò ad un’inesorabile declino e già nel 1700 gli edifici presenti sull’isola mostravano un evidente stato di abbandono e rovina.
In seguito, l’isola cambiò diversi proprietari.
Nel 1865 Il Vescovo Ottaviano Riccardi la vendette per 800 lire al conte Brassier de Saint-Simon, Ministro di Germania in Italia. Egli, entusiasta di Bergeggi e della sua isola, trascorreva qui ogni anno le vacanze estive con la famiglia. Gli eredi la vendettero per 5000 lire a Leonardo Gastaldi.
Successivamente venne acquistata dall’avvocato Alessandro Millelire-Albini che vi eseguì importanti lavori: la cinse con muri, rese più agevole la strada che conduce ai ruderi delle torri e ai resti del monastero e della chiesa, costruì un piccolo molo nello stesso luogo ove esisteva quello costruito dai romani, di cui rimangono tracce.
Tra i proprietari successivi ci fu il banchiere Serventi che fece erigere la cappelleta visibile dalla Via Aurelia ed ancora il comm. Tizzoni, ideatore e costruttore del villaggio turistico di Torre del Mare, che nella parte dell’isola rivolta verso Noli fece installare un’opera in ferro raffigurante un uomo che suona il clarino (opera dell’artista Giuseppe Consoli).
Attualmente la proprietà dell’isola è passata ad altri privati.

Fotodi Pepi Ricci - Isola firma